Convegno Sumai, l’aggressività nei contesti urbani

 Convegno Sumai, l’aggressività nei contesti urbani

NAPOLI. “I piccoli sono ciò che respirano. I genitori, che rappresentano il primo approccio psico-sociale dei bambini, devono adottare comportamenti sani e devo aiutare i piccoli a conoscere le emozioni e a saperle gestire. L’aggressività non è un male assoluto. È un impulso all’autoconservazione e alla difesa e può divenire essenziale nell’affrontare con slancio propositivo i rapporti, le situazioni, gli esami della vita. I genitori non devono demonizzare gli istinti, la rabbia, il dolore. Devono piuttosto, accompagnare i loro figli nel percorso di scoperta Aggressività nei contesti urbanidi ciò che loro sentono, tenendo fermo il principio che l’altra persona è ugualmente portatrice di sentimenti, da rispettare, anche quando sono incomprensibili o sembrano assurdi”. Questo il cuore dell’intervento di Flora Beneduce, consigliere regionale della Campania e vice presidente della commissione Affari istituzionali, al convegno organizzato da Filippo Cantone, Responsabile Nazionale del settore Psicologi/Psicoterapeuti Sumai. Tema dell’incontro, che si è tenuto stamane presso l’antisala dei Baroni del Mascio Angioino, l’aggressività nei contesti urbani: quali politiche di prevenzione e di formazione. “Dalla famiglia, poi, si passa alla scuola. Qui il confronto con i coetanei può diventare più conflittuale – continua l’onorevole Beneduce -. Credo che a ciascuno di noi sia capitato di vedere sul viso dei nostri figli che frequentavano le materne, soprattutto al primo anno, graffi o lividi. Capita. E non è un dramma. I bambini, a quell’età, sono essenzialmente istinto. Ecco che la scuola deve intervenire per trasformare queste energie, avviando quel processo di emancipazione dalla natura alla cultura. Gli impulsi devo essere trasformati in azioni guidati anche e soprattutto dalla ragione, razionalmente auto ed eterodirette. Perciò ritengo che si fondamentale l’inserimento nella scuola di figure professionali – pedagogisti, psicologi, sociologi – che siano da supporto alle insegnanti. L’aspetto didattico è tanto importante quanto quello socio-relazionale. Se si accompagnano i bambini nel loro difficile percorso di crescita, questi saranno preadolescenti e adolescenti sereni. Avranno imparato a sfruttare l’aggressività, rendendola semplicemente grinta, e non avranno bisogno di affermarsi in modo violento tra i coetanei. Da medico, ritengo che la prevenzione sia la cura più efficace, la più indolore per gli individui e la più economica per la collettività”.

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