Il ministro Martina al Quirinale, con una delegazione di volontari di Expo 2015

 Il ministro Martina al Quirinale, con una delegazione di volontari di Expo 2015

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Ministro Maurizio Martina è stato ricevuto al Quirinale, insieme a una delegazione di volontari di Expo 2015. Di seguito il testo integrale dell’intervento del Ministro Martina: “Desidero innanzitutto ringraziarla sentitamente per la costante azione e attenzione con cui Lei segue da sempre la preparazione del grande appuntamento espositivo di Milano 2015.
In ogni occasione il suo messaggio ha sempre unito la prospettiva del Paese in modo inequivocabile intorno all’evento di cui saremo protagonisti tra pochi mesi alla prospettiva futura del nostro paese. L’Expo, quindi, come metafora del cambiamento necessario all’Italia, di ciò che sappiamo far funzionare, oltre le difficoltà. Come occasione per ripensare il Paese e rilanciare la nostra prospettiva offrendo al mondo un momento di confronto unico su un tema geopolitico sempre più centrale per l’uomo e per la società contemporanea. E’ proprio da qui che vogliamo partire pensando agli ultimi mesi di intenso lavoro che ci separano dall’apertura del 1 maggio 2015 e riflettendo prima di tutto con forza sulla straordinarietà dei contenuti che esso solleva. L’Esposizione di Milano è innanzitutto espressione di una grande novità che va riconosciuta se vogliamo capire l’importanza di ciò che accadrà. Le esposizioni universali dell’800 e poi ancora del ‘900 erano eventi di grande potenza in cui l’economia celebrava se stessa e la sua illimitata capacità di trasformare la natura in sviluppo. Le esposizioni del XXI secolo sono espressione di una nuova fase storica in cui il tema di fondo è la capacità del meccanismo economico, della civiltà tecnica di fare i conti con i concetti di responsabilità e sostenibilità assumendoli non come ostacoli al progredire ma come nuovi cardini dello sviluppo. Possiamo dunque dire che l’anima dialettica dell’evento di Milano risiede nel rapporto tra due concetti essenziali di questo tempo: potenza e limite. “Nutrire il pianeta, energia per la vita” pone a tutti il tema cruciale della qualità dello sviluppo umano e la sfida alimentare globale rappresenta oggi la frontiera più avanzata della sostenibilità dei modelli di sviluppo. Crisi energetica, crisi ambientale e crisi alimentare saranno sempre più intimamente legate fra loro e chiameranno a un rapporto nuovo con risorse fondamentali come acqua e terra. L’aumento delle popolazione mondiale che nel 2050 toccherà addirittura i 9 miliardi di individui imporrà un aumento della produzione agricola e alimentare senza precedenti. Nonostante questo, un terzo del cibo che produciamo oggi finisce in rifiuti, oltre 800 milioni di persone rimangono denutrite mentre circa un miliardo rischiano l’obesità. Una contraddizione incredibile.
Contemporaneamente, e per ben tre volte negli ultimi anni, l’indice di prezzi alimentari della FAO ha raggiunto valori record confermando come la domanda alimentare stia crescendo a un ritmo superiore all’offerta. Credo bastino questi richiami fondamentali per confermare che riunire per sei mesi in Italia oltre 145 Paesi a dialogare su questa frontiera non è un fatto di scarsa rilevanza. Penso che dovremmo esserne più consapevoli. Siamo di fronte a cambiamenti strutturali che chiedono risposte profonde da parte della comunità internazionale, Europa in primis. Stiamo parlando di un diritto essenziale come quello al cibo e al nutrimento – come ci e’ stato ricordato con forza anche pochi giorni fa dal Santo Padre – e l’Italia con Expo non manca certo di un intenso lavoro sui contenuti. Penso al programma “Feeding Knowledge” per la cooperazione nella ricerca e nell’innovazione sulla Food Security si sono già raccolte da tutto il mondo oltre 700 proposte di buone pratiche che ora verranno valutate e vagliate. Il progetto “Women for Expo” indaga il rapporto ineludibile tra nutrimento e universo femminile. Con “Laboratorio Expo” si promuovono percorsi formativi internazionali sui temi cruciali dell’Esposizione. Il Comitato scientifico di Milano, animato da tutte le università della città, sta lavorando ad un ricchissimo programma di appuntamenti.
E merita certo di essere ricordato qui anche “Aquae Venezia 2015”, evento collaterale dedicato all’acqua che si svolgerà in laguna con la preziosa collaborazione dell’Unesco. Connettere il dibattito che si animerà a Milano in quei mesi alla discussione sui prossimi obiettivi del Millennio che le Nazioni Unite affronteranno proprio alla fine del 2015 segna già una precisa responsabilità dell’Italia e di Expo 2015. E contribuire così ad aprire la strada per una vera global food security e policy carica l’Italia di una doverosa ambizione che noi espliciteremo nella Carta di Milano che verrà presentata alla fine del semestre di Expo. In questo scenario, l’Esposizione universale deve essere per il Paese l’occasione per costruire una grande mobilitazione positiva, utile a riconoscere le tante risorse grazie alle quali possiamo rilanciare nel tempo della grande metamorfosi globale.
L’Italia ha scelto il vivaio come metafora del suo racconto al mondo. E’ una scelta simbolica forte perché il vivaio è il luogo ideale per conservare, crescere e innovare. E’ una scelta che deve chiamare in causa innanzitutto le nuove generazioni di questo paese. Questa è la nostra principale sfida. L’Expo di Milano come motore di riforma nazionale. Non solo vetrina di eccellenze, che pure ci saranno, ma occasione per ripartire nei territori, per tornare con più forza a progettare il nostro futuro. Per questo Expo 2015 deve suscitare orgoglio e speranza. Avremo il mondo a casa nostra e potremo aprire i nostri territori e il Paese al mondo. E’ quello a cui lavoreremo con passione e intensità nelle prossime settimane ma vorrei dire che e’ quello che già sta accadendo oggi al nord come al sud. Penso al lavoro delle regioni e dei comuni che stanno promuovendo al Nord come al Sud iniziative utili non solo per selezionare itinerari locali turistici ma anche per sostenere vere e proprie azioni di sviluppo locale sui temi di Expo. Penso al lavoro delle università, delle fondazioni, dei centri di ricerca. lla centralità assoluta delle tecnologie e dell’innovazione in tutta la programmazione italiana a partire dai ministeri. Sono oltre duemila le iniziative già programmate e i temi centrali per il confronto globale: dalla genetica agraria alla valorizzazione della biodiversità, dall’agricoltura di precisione alla lotta alla contraffazione alimentare, alle nuove frontiere della conservazione del cibo. Penso al progetto sull’educazione alimentare realizzato con le scuole con l’obiettivo di rendere protagonisti ben due milioni di studenti italiani e settecento classi che animeranno ogni giorno Padiglione Italia con iniziative a loro dedicate. Penso alle imprese e alle associazioni che promuoveranno i propri percorsi attorno ad assi centrali per questo evento: Sicurezza alimentare, riqualificazione territoriale, sostenibilità e biodiversità, cooperazione, conservazione. Non sono temi banali. Penso al mondo del terzo settore, delle organizzazioni non governative e della cooperazione internazionale che per la prima volta nella storia delle esposizioni universali animeranno un proprio progetto dentro Expo. Penso infine anche al lavoro, unico nel suo genere, che si sta facendo per garantire trasparenza e legalità. Dal lavoro della Prefettura e della magistratura, alla preziosa collaborazione con l’Autorità nazionale anticorruzione, al progetto OpenExpo che per la prima volta in assoluto sperimenta una piattaforma Opendata per la trasparenze e l’accesso alle informazioni di un grande evento internazionale. Dunque in questi mesi che ci separano dal 1 maggio 2015 sarà cruciale continuare tenacemente a costruire il rapporto tra l’evento e il Paese: cercando di diffondere, coltivare e far crescere quei sentimenti di orgoglio e speranza che rappresentano gli obiettivi a cui tendere. E’ questo il “potere dolce” del nostro Paese che noi dobbiamo portare all’esposizione. Un potere gentile che si incardina su tre leve che rappresentano bene l’Italia, ciò che connette la sua storia alla contemporaneità, ciò che ne definisce l’immagine e la reputazione: – una potenza della bellezza incardinata sul fattore del paesaggio, – una potenza del limite come esperienza di soggetti che nei territori stanno già interpretando concetti come la sostenibilità, – una potenza del saper fare come portatore di una storia profonda di legami forti tra comunità e impresa, comunità e innovazione alle radici del made in Italy. Questa è l’anima che dobbiamo portare all’evento. La nostra ambizione di interpretare e proporre una via originale all’economia verde e nuova come prospettiva forte del nostro futuro. Con la Carta di Milano segneremo il confronto internazionale su temi decisivi. I nostri valori possono definire, tanto più oggi, una via italiana che può conquistarsi uno spazio importante nel mondo. Signor Presidente, con il contributo di tutti sono convinto che così l’Italia potrà farsi riconoscere e riconoscersi con Expo Milano 2015.

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