L’accessibilità inizia dal portone di scuola

 L’accessibilità inizia dal portone di scuola

Martedi 21 ottobre presso la Sala Blu del Complesso Universitario di Monte S. Angelo in via Cinthia a Napoli, si è svolto il convegno organizzato da Peepul, l’associazione di volontariato da anni impegnata nel determinare un cambiamento di mentalità e di atteggiamento verso le persone diversamente abili, attraverso azioni concrete di abbattimento di barriere strutturali e culturali e di promozione del volontariato. Il convegno, aperto a tutti, era rivolto in particolar modo agli studenti, ai docenti ed ai “tecnici” quali Architetti, Ingegneri, Geometri che progettano le nostre città, perché le “pensino” senza barriere architettoniche per chi ha delle necessità speciali. Dopo aver letto il saluto del Prof. Paolo Valerio, Delegato del Rettore per la Disabilità Direttore Centro SINAPSI, Ileana Esposito, Presidente Peepul ha dato il benvenuto ai numerosi partecipanti. Subito dopo sono intervenuti i rappresentanti dell’Associazione Insieme, Liana De Filippis- OSM , Paolo Monorchio – Croce Rossa Italiana , Alessandro Pepino – SINAPSI , Mariagrazia Campa – Associazione di volontariato Aias-Teresa Baiano e i rappresentanti degli Istituti T.S. Archimede, T.G. Da Vinci, T.C.G. Pareto Il convegno, animato dall’interazione con i numerosi studenti presenti in sala, gode del finanziamento del Fondo dell’Osservatorio Nazionale per il Volontariato del Ministero per il Lavoro e delle Politiche Sociali (ex legge 266/1991) Direttiva 2013 ed è stato realizzato in collaborazione con il Centro Si napsi della Università Federico II, l’O.d.v. Aias-Teresa Baiano di Quarto, L’ O.d.v. Insieme di Torre del Greco, l’O.d.v. Ospedali senza mura di Napoli, Croce Rossa di Napoli e Provincia, gli Istituti Ist. T. S. Archimede, Ist. T. G. Da Vinci, Ist. T. C. G. Pareto ed il patrocinio dell’associazione Fiaba di Roma. Questa la mission del progetto Peepul nelle parole del Presidente Ileana Esposito: L’associazione Peepul e la sua rete di partners di volontariato, Aias, Osm, Iniseme, Croce rossa e Sinapsi, si pone ancora una volta come in tanti progetti precedenti l’obiettivo generale del coinvolgimento e dell’informazione di più giovani. Ricordiamo il progetto ‘Cacciatori di barriere’ rivolti ai più piccoli allievi delle scuole elementari e medie e ‘Sbarra la barriera’ con gli studenti degli istituti superiori che ci hanno dato tante soddisfazioni e che ci hanno lasciato la speranza di avere seminato in tanti cuori sentimenti di amore e solidarietà, ed anche nelle menti il senso di giustizia che garantisce a tutti le stesse opportunità al di là delle diversità che nel nostro caso sono fisiche , in altri casi sono dovute all’etnia, al censo, al sesso e così via. Insieme agli studenti il nostro messaggio e ringraziamento si rivolge come sempre ai semplici cittadini che con la loro generosa azione di volontariato e l’impegno civile sul tema della corresponsabilità nei confronti delle persone con bisogni speciali ci permettono di fare progetti più grandi di noi anche dal punto di vista economico. Ma oggi un mio invito personale va ai rappresentanti istituzionali che pur seguendoci da anni con attenzione non hanno ancora attivato percorsi stabili e ricorrenti di progettazione in questo settore. Sapete l’età avanza e vorrei tanto che tutti i progetti, tutta la fatica, tutto l’amore impiegato nella ns attività associativa in questi 12 anni producesse cambiamenti più significativi e duraturi nella nostra società ad incominciare dai giovani. Ma affinché ciò avvenga I DIRIGENTI SCOLATICI, L’UFFICO SCOLASTICO REGIONALE E il ministero dell’Istruzione dovrebbero instituire percorsi educativi curriculari dedicati alle tematiche della ‘diversità’ e della fruibilità dell’ambiente da parte di tutti. Alle centinaia di giovani che abbiamo avvicinato negli scorsi anni, abbiamo inteso aggiungere quest’anno i giovani degli istituti tecnici con la condivisione ed il sostegno economico dell’Osservatorio sul volontariato del Ministero delle Politiche sociali.La Scuola è il luogo dove, come sottolineato nel titolo stesso del progetto e dei corsi di formazione, si formano le coscienze ed i futuri cittadini e professionisti e si abbattono ‘le barriere del cuore e della mente’ e dove ‘cambiando il paesaggio esteriore si può cambiare anche quello interiore’. La cultura della ‘accessibilità’ deve essere maturata specialmente da quei professionisti principali responsabili della progettazione come i geometri e futuri architetti ; è necessario, cioè, incominciare a sensibilizzare,formare e coinvolgere operativamente fin dai banchi scolastici i giovani che hanno scelto gli istituti tecnici mediante l’attivazione di un percorso educativo di ’empowerment’ e formazione sia teorico che esperienziale. Sappiamo bene che molti professionisti adulti conoscono in maniera superficiale le leggi in materia di ‘universal design’ ed ancor meno sono consapevoli di quanto il loro intervento se men che corretto e soprattutto pensato ed individualizzato può essere dannoso alle persone con disabilità, agli anziani e a tutte le persone con bisogni speciali anche solo temporanei. Ecco perchè le nostre attività consistono in incontri di sensibilizzazione ed educazione in merito alle difficoltà delle persone con bisogni speciali e di formazione esperenziale nel censimento, nella mappatura e nel monitoraggio delle barriere. Queste attività rappresentano un indispensabile strumento di approccio al problema che consente, se non di risolvere, di gestire in modo sostenibile un processo, quale quello della progressiva rimozione di tali barriere. L’intento è anche quello di infondere nelle nuove generazioni una cultura teorica, metodologica e pratica propedeutica alla progettazione di ambienti e oggetti che sappiano interpretare necessità implicite ed esplicite del maggior numero possibile di persone, indipendentemente dalle condizioni di disabilità (o ridotta abilità) che ciascun individuo può avere o acquisire nel corso dell’esistenza. Peepul ed i partners si augurano di suscitare vivo interesse, partecipazione emotiva e consapevolezza da parte degli studenti presentando la tematica con una metodologia concreta ed esperienziale, basata sul ‘brain storming’, sullo scambio di esperienze con i testimonials, l’immedesimazione mediante simulazioni e ‘role-playing’ e l’uso dei mezzi tecnologici e del web a supporto di tutte le attività.

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