Rifiuti, il vicesindaco Del Giudice scende in campo per difendere i risultati raggiunti

 Rifiuti, il vicesindaco Del Giudice scende in campo per difendere i risultati raggiunti

«Occorre accelerare, ma siamo partiti dalle montagne dei rifiuti in strada» «Differenziata: la missione è in corso e non è fallita. Ci sono miglioramenti lenti, ma costanti»: il vicesindaco Raffaele Del Giudice scende in campo per difendere i risultati raggiunti. Quel 22 per cento di raccolta, 28 secondo l’Asia, è un risultato inferiore alle attese. Ma, sottolinea il vicesindaco, rappresenta comunque un grande passo in avanti rispetto al punto di partenza. La inedia resta inferiore a quelle delle altre grandi città.
«Per valutare i nostri risultati bisogna ricordare da dove siamo partiti. Siamo partiti 3700 tonnellate di rifiuti ancora in strada. Allora era Impossibile camminare per le montagne di spazzatura e oggi questo è un incubo del passato.
Da un’azienda, l’Asia, che non aveva nemmeno il contratto di servizi: noi lo abbiamo sottoscritto. Si pagavano 400 mila euro all’anno peri il fitto della sede della partecipata e adesso l’abbiamo trasferita in locali di nostra proprietà. Quando si è insediata la giunta De Magistris la città era pulita da un’impresa privata colpita da interdittiva antimafia: abbiamo rescisso quel contratto e oggi l’impresa partecipata del Comune gestisce direttamente il servizio». Basta? «No. Quando abbiamo cominciato c’erano in funzione solo due spazzatrici: oggi ne abbiamo 15. Le gara andavano deserte perché si era persa non solo la vergogna ma anche la credibilità. C’erano file di creditori: oggi paghiamo in novanta giorni. C’erano due isole ecologiche e oggi ne abbiamo otto». Il suo è un je accuse? «Sono amareggiato. Molti che si affrettano a commentare le nostre performance sono scappati avendo provocato un disastro» La differenziata, però, non cresce «Non è vero. Eravamo al 16 per cento e siamo al 28. Ogni giorno sversavano 1450 tonnellate di spazzatura indifferenziata e oggi ne sversiamo 1000». Si va avanti a rilento «II primo ostacolo da superare è l’assenza di impianti di selezione e compostaggio. E anche qua bisogna fare un passo indietro: gli stir, che servono a separare e tritare i rifiuti, erano nati come Cdr e dovevano produrre materiale combustibile di qualità. Non ci sono mai riusciti tanto che sono stati declassati dal governo Berlusconi. Noi ambientalisti avevamo sempre sostenuto che non funziovano. Poi sono stati nominati dei commissari che dovevano provvedere al revamping. Ma non ci sono riusciti». Non avete ancora realizzato siti di compostaggio. «Chiariamolo bene: la competenza impiantistica è regionale. Noi abbiamo cercato di dare una mano progettando l’impianto di Scampia. La Regione guidata da Caldoro non è riuscita nemmeno a rimettere m funzione l’impianto di San Tammaro già costruito. Adesso finalmente qualcosa sta cambiando.
La Giunta De Luca ci ha restituito l’area di Napoli est dove creereremo il primo ecodistretto: 20 milioni arriveranno dalla Regione per il compostaggio gli altri soldi li metteremo noi». IL porta a porta non raggiunge tutta la città «In assenza di impianti i costi del compostaggio sono altissimi: solo abbattendoli Gli impianti L’ecodistretto di Napoli Est ci permetterà di decollare avremo le risorse necessarie. Intanto abbiamo incrementato i contenitori stradali e ai cittadini chiediamo di usarli: se ci porteranno l’umido arriveremo al 30 per cento anche nelle aree non servite dal porta a porta» Continuano i trasferimenti fuori regione «Erano cominciati già durante la gestione commissariale; allora, però, si spendevano 200 euro per mandarli m Germania, noi abbiamo abbattuto i costi spedendoli a metà prezzo in Olanda. Ma attenzione: viaggiano i rifiuti dell’intera regione, non solo, e non soprattutto, quelli di Napoli» Un aggravio di costi «No, i costì sono stati abbattuti e infatti la tassa è scesa del 2 per cento. Un risultato non piccolo visto che sulla tariffa continua a gravare la spesa per le piazzole delle ecoballe. Un’altra scelta del periodo commissariale».

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