Tentata memoria nello spazio teatrale A’ Casarella di Arzano domenica 22 maggio ore 19

 Tentata memoria nello spazio teatrale A’ Casarella di Arzano domenica 22 maggio ore 19

Domenica 22 maggio alle ore 19 nello spazio teatrale A’ Casarella di Arzano (via Pecchia – NA) la Fondazione Mimmo Beneventano presenta lo spettacolo dedicato a Mimmo Beneventano Tentata Memoria. Orazione civile di rito Beneventano con Eduardo Ammendola, per la regia di Nicola Laieta. Lo spettacolo ha ricevuto una Menzione Speciale per il Premio Landieri 2014 – teatro d’impegno civile con la seguente motivazione: «Per il profondo senso di impegno civile, per aver ricordato in modo magistrale e indelebile la vittima innocente di camorra Mimmo Beneventano»
Eduardo Ammendola, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta e attore/regista teatrale ottavianense, parte dai suoi ricordi di infanzia e non solo per raccontare la storia di Mimmo Beneventano. Medico, comunista militante, cattolico praticante e consigliere comunale dal 1975 a Ottaviano, Beneventano ha sempre dimostrato di aver coraggio nel denunciare pubblicamente gli atti camorristici di Raffaele Cutolo e di chi lo seguiva, usando parole dure e dirette. Ma il suo coraggio è stato punito nel novembre del 1980 quando le minacce sono diventate realtà e il giovane medico viene sparato e ucciso davanti alla madre.
Da questo momento Eduardo ha cominciato ad incontrare nel suo cammino Mimmo: nei sogni, nei racconti di chi lo ha conosciuto, nelle sue poesie e quasi sempre per caso.
Le rappresentazioni di Tentata memoria sono organizzate per offrire e favorire esperienze del proprio territorio e del proprio tessuto sociale, emotivamente pregnanti e cognitivamente significative e d’orientamento alle scelte e al passaggio cui i minori e le relative famiglie sono chiamati nel loro ciclo vitale di microcomunità fondanti la macrocomunità.

Annotazioni al processo creativo di Nicola Laieta
Nel 1962 Peter Weiss (autore e regista de L’Istruttoria e del Marat-Sade) teorizzava il suo teatro documentario un teatro in cui verbali, lettere, statistiche, interviste, reportage giornalistici e radiofonici, e altre testimonianze del presente costituiscono la base della messa in scena.
La forza del teatro documentario consiste per Weiss nel riuscire a creare dai frammenti della realtà passata uno specchio per riflettere su dei fatti attuali. Con la sua tecnica di montaggio, il teatro documentario mette in risalto chiari dettagli dal materiale caotico della realtà esterna. Con il confronto di dettagli contrastanti fa notare un conflitto esistente che poi, sulla base della documentazione raccolta, porta a una proposta di soluzione, a un appello o a una questione fondamentale.
Tentata memoria incrocia in maniera ironica ed emozionante, spiazzante e improvvisa, articoli giornalistici e ricordi personali, documenti storici e personali episodi di vita Vesuviana, attraverso i quali Eduardo Ammendola in scena ricorda insieme al pubblico frammenti di vita e frammenti di storia della sua terra e di Domenico Beneventano, un medico come lui vissuto come lui ad Ottaviano, ucciso dalla camorra a pochi passi dalla sua abitazione, compagno di studi di suo padre, trasformando la sua orazione civile in un vero e proprio rito di memoria collettiva.
Nel suo testo Eduardo Ammendola scrive:
“Tra di noi, nel comune dire e sentire, la memoria è un archivio, un magazzino. Tu hai un’informazione, la vai a prendere, la usi, la rimetti a posto. Per sempre, uguale, ad libitum sfumando.
Ma molti studiosi sostengono che la memoria è un’azione.
Un’azione delle viscere, è nel corpo, nel battito cardiaco, nel colore cutaneo, nella profondità del respiro, nel pulsare di ogni ghiandola lacrimale”.
Come nelle intenzioni di Weiss l’azione del ricordare, del documentare, non è un azione orientata al passato, ma un gesto attivo per il presente, e la figura di chi ricorda ritrova nella figura evocata (ma mai conosciuta), un doppio, un compagno di viaggio, un “collega” con cui dialogare.
Nel lavoro di ricucitura drammaturgica e registica di frammenti teatrali preesistenti propostomi da Eduardo, l’aspetto che più mi ha affascinato è stato di trasformare ogni ricordo in un gesto, un suono, un’immagine.

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