Terra dei Fuochi: 9 arresti e due aziende sequestrate per traffico illegale di rifiuti

 Terra dei Fuochi: 9 arresti e due aziende sequestrate per traffico illegale di rifiuti

rottami_ferrosiBlitz questa notte da parte dei carabinieri del comando provinciale di Caserta coordinati dalla direzione distrettuale antimafia che stanno notificando gli arresti per nove persone in un’inchiesta sul traffico di
rifiuti metallici smaltiti nella Terra dei Fuochi. Nell’operazione – secondo una nota dei militari dell’arma dei carabinieri sono state sequestrate due aziende per un valore attorno ai 3 milioni di euro e risultao indagate ben 17 persone. Il traffico illegale di rifiuti ruotava intorno ad una fantomatica società “fantasma” con sede legale nel comune casertano di Villa creata da un romeno di 36 anni con il supporto di un consulente del lavoro di Caserta. secondo quanto riferito dalla Dda della Procura di Napoli – il “motore” del traffico illecito di rifiuti ferrosi che da tutta Italia finivano in due aziende del Casertano. Lo hanno accertato le indagini eseguite dai carabinieri del Noe di Caserta che questa mattina hanno arrestato e condotto ai domiciliari i due uomini insieme ad altre sette persone su ordine del Gip di Napoli, e con il coordinamento della DDA partenopea. Tra i fermati anche i proprietari delle due aziende, entrambe sequestrate, in cui veniva conferita la gran parte dei rifiuti ferrosi. Per loro era buono il margine di guadagno: il rifiuto veniva infatti acquistato a 15 o 17 centesimi di euro al chilo, a seconda che venisse conferito legalmente o in nero, e veniva poi rivenduto alle fonderie a 22 centesimi di euro al chilo. Era semplice ed efficace il sistema creato. Dopo la costituzione dell’Ecometal, era stata ottenuta l’iscrizione della società all’Albo Nazionale Gestori Ambientali della Campania, che abilitava l’azienda a trasportare solo i rifiuti ferrosi prodotti nell’ambito delle proprie attività; ed invece, è emerso, il documento era stato venduto per mille euro a decine di camionisti rumeni, tutti di etnia rom, che avevano poi intestato il veicolo all’Ecometal, pur restandone nella piena disponibilità. Sono stati almeno sessanta i furgoni risultati essere formalmente di proprietà dell’azienda, che non aveva però né sede operativa né legale. Con il documento e i moduli Fir (Formulario di Identificazione dei Rifiuti) rilasciati dall’Ecometal, i trasportatori raccoglievano in tutta Italia rifiuti in ferro, sia in nero che legalmente; spesso venivano fermati in strada per controlli ma non era facile per le forze dell’ordine comprendere che l’attività era totalmente abusiva, visto che la documentazione sembrava regolare. Solo dopo i fermi di vari furgoni, tutti intestati a Ecometal, sono partiti gli accertamenti. Durante le indagini sono emerse anche alcune truffe all’Inps poste in essere dal consulente del lavoro coinvolto con il sistema di assunzioni fittizie di almeno cinque lavoratori in società edili fantasma; gli addetti venivano licenziati e percepivano l’indennità di disoccupazione che dividevano poi a metà con il consulente.

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