Bassolino, un (nuovo) libro politico e la voglia di tornare in campo

 Bassolino, un (nuovo) libro politico e la voglia di tornare in campo

L’ex sindaco e governatore ha già ultimato, in Cilento, la prima stesura del saggio

C’è chi lo vorrebbe «saggio» di partito, dispensatore di idee e esperienza (Umberto De Gregorio). Chi invece lo spedirebbe direttamente su un treno, alla guida della Metropolitana di Napoli (l’ex governatore Stefano Caldoro). Chi lo vorrebbe in pensione a vita e chi invece invoca un suo ritorno da sindaco di Napoli.
Antonio Bassolino, tirato per la giacca, un po’ si schermisce, un po’ ci marcia e alimenta chiacchiere che lo vogliono di nuovo iperattivo e mondanissimo. E intanto scrive. Su Facebook certo, ma non solo. In questi giorni sta ultimando la prima stesura del suo nuovo libro. Per tutto il periodo cilentano ha scritto, rigorosamente a mano, tra un cinguettio su Napoli e l’altro. Per ora la fatica non ha titolo, ma a quanto pare si tratterà di un libro molto meno personale dell’ultimo «Le Dolomiti di Napoli», una sorta di prosecuzione ideale del precedente e politico «Napoli Italia».
Sarà il libro del ritorno del sindaco? I titoli saranno quelli, oggettivi. È già successo due anni fa, con l’uscita di «Dolomiti di Napoli». Foyer del San Carlo gremito, anche i critici più aspri meno battaglieri, ma molti vecchi amici, pochi nuovi e ancora un’inchiesta pendente. Ora c’è l’assoluzione, ma resta il punto debole vero di quella che sottotraccia, ma neanche tanto, è l’operazione Bassolino-sindaco: far sembrare nuovo anche Luigi de Magistris che governa da cinque anni. Tant’è che a tutt’oggi è un progetto a cui non si sta lavorando pancia a terra.
Ma sono soprattutto due i fattori che fanno la differenza in questa già tormentata vicenda: Roma, o meglio quel che ha in testa Matteo Renzi, e il tempo. Fondamentale quest’ultimo per costruire una candidatura figuriamoci se si trattasse di dover rilanciare una figura stranota e stracriticata come quella di Bassolino. I voti di un tempo dovrebbe andarseli a riprendere condominio per condominio, casa per casa come è abituato a fare. E servono mesi.
Poi c’è l’incognita Renzi. Non c’è dubbio che un (ex) rottamatore come il premier-segretario del Pd mal digerisce l’idea di ricandidare un (ex) amministratore come Bassolino. Si parla tanto del «modello Ercolano» e cioè di un nome conosciuto in città ma «benedetto» da Roma. Il precedente De Luca, però, smorza molto gli entusiasmi dei renzini partenopei. Renzi di colpi a sorpresa locali ne ha fatti davvero pochi e lo stesso Ciro Buonajuto è stato un colpo di fortuna per il disastro del Pd ercolanense. Insomma anche i più ottimisti già stanno piangendo lacrime amare per le sorti per niente magnifiche e progressive del Pd napoletano.
In questo quadro le primarie sembrano un’ovvietà e una condanna. «E Bassolino le vincerebbe di sicuro», dice un renziano da non annoverare tra i fans dell’ex governatore. La verità è che, al di là dei desiderata agostani, è ancora molto presto. Ora cominceranno le grandi manovre. Giusto in tempo per chiudere le bozze del nuovo libro, cominciare a macinare metri cittadini e annusare l’aria. Quel che Bassolino e i vecchi comunisti sanno fare bene è capire quando è il momento giusto per scendere in campo oppure battere in ritirata.

Fonte: Corriere de Mezzogiorno

Mario Orlando

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