Caserta, sfruttamento della prostituzione: in manette una 43enne insieme a due complici a Palermo

 Caserta, sfruttamento della prostituzione: in manette una 43enne insieme a due complici a Palermo

Sgominato un traffico di ragazze destinate alla prostituzione, per la maggior parte minorenni, che arrivavano in Italia dai paesi africani: questa l’accusa del pool della Procura della Repubblica di Catania che ha emanato nei confronti della nigeriana Pat Eghaeva, di 43 anni, arrestata dalla polizia a Caserta, e a una coppia Kate Amayo, alias “Sister Kate”, di 31 anni, e Adeniyi Moroof Badmus, di 34, arrestati questa mattina a Palermo. A “Madame Pat” sono contestati il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la tratta di persone, in concorso con complici in Nigeria e in Libia, e alla coppia lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di giovani connazionali.

Le indagini erano state avviate della squadra mobile di Catania sulla denuncia di una vittima, una minorenne, che aveva viaggiato con la madame Pat e altre due sue giovani connazionali, sbarcate a Catania il 14 luglio del 2017 da nave Diciotti che le aveva soccorse. La madame aveva fatto pressioni sulla minorenne perché lasciasse la struttura protetta alla quale era stata affidata e la raggiungesse per «mettersi a lavorare alle sue dipendenze». Intercettazioni hanno permesso di accertare che la nigeriana era continuamente impegnata nel reclutamento di altre giovani connazionali nel paese di origine e nella organizzazione del loro trasferimento in Italia e nella contestuale gestione della prostituzione.

Lo sviluppo delle indagini ha permesso di individuare due cittadini nigeriani dediti allo sfruttamento della prostituzione di giovanissime connazionali a Palermo: «Sister Kate», che era il capo, e il suo fidanzato di cui si serviva per minacciare le donne e riscuotere gli incassi. L’importanza del ruolo assunto da «Sister Kate» nel mondo della prostituzione su strada di donne nigeriane emergeva durante un dialogo intercettato quando una giovane prostituta la definiva testualmente «la più grande di Palermo», alludendo al suo ruolo di organizzatrice.

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