Caso Fortuna, picchiata in carcere la mamma del piccolo Antonio: era stata arrestata per violazione dei domiciliari

 Caso Fortuna, picchiata in carcere la mamma del piccolo Antonio: era stata arrestata per violazione dei domiciliari

20091101 – ROMA – CRO : CARCERI: SUICIDIO BLEFARI, IMPICCATA IERI SERA CON LENZUOLA. Un interno del carcere di Rebibbia, a Roma, in un’immagine d’archivio. La neo brigatista Diana Blefari Melazzi, condannata all’ergastolo per l’omicidio del giuslavorista Marco Biagi, si e’ impiccata ieri sera, attorno alle 22:30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. La donna – secondo quanto si e’ appreso – era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell’accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che – si e’ inoltre appreso – avrebbero sciolto con difficolta’ i nodi delle lenzuola con cui la neo brigatista si e’ impiccata in cella e avrebbero provato a rianimarla senza pero’ riuscirvi. ANSA / ALESSANDRO DI MEO / ARCHIVIO / PAL

“Le detenute del carcere di Pozzuoli hanno picchiato la mamma del piccolo Antonio, vittima del palazzo degli orrori di Caivano. Solo l’intervento delle poliziotte penitenziarie di servizio, due delle quali sono rimaste contuse, ha impedito un vero e proprio linciaggio. “L’intervento delle donne della Polizia penitenziaria a difesa della detenuta, in carcere da ieri sera per violazione degli arresti domiciliari, è stato tempestivo e rapido, anche se due agenti sono rimaste ferite”, dichiara Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria SAPPE. “Sono ora state rafforzate le misure di vigilanza e di sicurezza nei confronti della detenuta che ha rischiato un vero e proprio linciaggio. In carcere, infatti, i reati a sfondo sessuale hanno anche la riprovazione degli alti ristretti e compito della polizia penitenziaria è impedire gesti inconsulti e violenti come quelli di oggi a Pozzuoli. E dunque è facile comprendere quali e quante criticità deve Deve affrontare quotidianamente il personale della polizia penitenziaria che, come nel caso specifico di Pozzuoli, è stato in grado di impedire un evento che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori per la detenuta”.” Così un comunicato stampa a cura del sindacato SAPPE della polizia penitenziaria.

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