Catturati due evasi dal carcere a Barcellona Pozzo di Gotto, Sappe: “sottovalutati nostri allarmi”

 Catturati due evasi dal carcere a Barcellona  Pozzo di Gotto, Sappe: “sottovalutati nostri allarmi”

A meno di 24 ore da quella di Favignana, un’altra grave evasione si è consumata, pochi minuti, dalla Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. A fuggire due detenuti stranieri ristretti nell’VIII Reparto del carcere, penitenziario già al centro delle denunce sindacali del SAPPE per il continuo ripetersi di eventi critici.

“L’evasione si è consumata poco fa, e sembra che i due detenuti hanno scavalcato il muro di cinta”, commenta Lillo Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Sono gravi due evasioni, e cinque detenuti scappati – 3 a Favignana e 2 a Barcellona Pozzo di Gotto – in poche ore. Gli allarmi lanciati dal SAPPE sono stati completamente disattesi. Avrebbero dovuto fare seriamente riflettere il ciclico ripetersi di eventi critici in carcere che vede coinvolti detenuti stranieri, come da tempo denuncia proprio il SAPPE”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, evidenzia infine come anche l’evasione dei detenuti dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto  è “sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. A poco è servito il calo parziale dei detenuti, da un anno all’altro: oggi i numeri tornano ad essere preoccupanti, con oltre 57.6000 detenuti presenti. Altre, allora, devono essere gli interventi normativi per il sistema penitenziario e l’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione. E anche su questo il Ministero della Giustizia guidato da Andrea Orlando ed i Governi Renzi-Gentiloni hanno fallito su tutta la linea””.

“Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, aggiunge Capece. “Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Basti pensare che solamente nei primi sei del 2017 ci sono stati 22 suicidi di detenuti, 567 tentati suicidi, 4.310 atti di autolesionismo, 3.562 colluttazioni e 541 ferimenti. Questo a testimoniare la tensione che continua a caratterizzare le carceri, al di là di ogni buona intenzione. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto. E chi guida il Ministero della Giustizia, a cominciare dal Guardasigilli, si dovrebbe dimettere dopo tutta questa serie di continui fallimenti gestionali”, conclude il SAPPE.

La fuga dei due stranieri però è  dura poche ore: infatti  in serata erano evasi dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. Conferma la cattura dei due evasi il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il più rappresentativo dei Baschi Azzurri. “Brillante è stata l’operazione di servizio che ha portata alla cattura tempestiva dei due fuggitivi”, commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Va però ribadito con forza che le carceri, per minori e per adulti, sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi di sicurezza interna, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti del Ministero della Giustizia in questa direzione si confermano ogni giorno di più clamorosamente fallimentari e sbagliati”.

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