IlSole24Ore: a Napoli e Crotone tasso di senza lavoro al 25%

 IlSole24Ore: a Napoli e Crotone tasso di senza lavoro al 25%

Sull’edizione quotidiana del Sole 24 Ore è stata stilata la classifica delle province italiane nei sette anni dello spending review degli italiani, che hanno visto modificare, generalmente al ribasso, redditi, prezzi delle case, acquisti di auto e di beni durevoli. La classifica è stata redatta in base a dei mirati dati confrontati attraverso dieci indicatori, come ad esempio la disoccupazione, i prestiti, il valore degli immobili, la quantità di rifiuti prodotti, il numero di laureati, la spesa per i medicinali: per ognuno dei dieci parametri Il Sole 24 ORE è andato a vedere qual è stata l’intensità della “luce rossa” sul territorio, misurandola in base alla dinamica provinciale nei sette anni. Fino a costruire, sulla base delle dieci performance, un vero e proprio indice di “resistenza” alla crisi. I dati però non sono stati dei migliori, infatti il tasso di disoccupazione è letteralmente raddoppiato salendo al 12,2% e i depositi in banca sono saliti anche come scelta di risparmio. Ma la crisi non ha colpito tutti i territori nello stesso modo: alcune province piu’ di altre hanno sofferto, registrando nel 2013 vistosi arretramenti rispetto al 2007. Complessivamente, i centri piccoli e medi sembrano avere sofferto maggiormente, anche se i continui segni negativi hanno scavato ancora di piu’ il solco che divide il Sud dal Nord del Paese. Ma in Piemonte, in Emilia Romagna, nelle Marche, nel Lazio la crisi si e’ fatta sentire e diverse province tra quelle tradizionalmente considerate isole di benessere si sono ritrovate cosi’ in cima alla graduatoria delle piu’ colpite. Le prime 10 province dove la crisi ha colpito di piu’ sono Viterbo, Latina, Novara, Cosenza, Nuoro, Cagliari, Terni, Messina, Grosseto, Reggio Calabria. Le 10 che invece hanno resistito meglio sono Vicenza, Bolzano, Modena, Mantova, Pisa, Genova, Prato, Verona, Aosta, Milano. Secondo l’inchiesta, se il Pil medio pro capite e’ calato di quasi il 2% (elaborazioni Prometeia), in alcune realta’ e’ arretrato in misura piu’ decisa (a Rieti, Ascoli Piceno e Latina), in altre invece ha tenuto: Milano, ad esempio, gia’ prima per valori assoluti, segna persino un progresso. Diminuito anche il ricorso all’indebitamento: il timore di non poter onorare i propri impegni (ma anche la minore disponibilita’ del settore creditizio a concedere finanziamenti) hanno tagliato del 7,4% l’importo medio dei prestiti personali (e di oltre un quarto in province come La Spezia, Teramo, Pistoia). Disorientate e preoccupate, le famiglie hanno preferito parcheggiare i risparmi in banca: i depositi pro capite sono cresciuti di quasi il 70%, percentuale che si e’ fermata pero’ sotto il 30% in province come Forli’ o Lodi e che e’ invece triplicata in altre come Potenza o Isernia. Ma e’ il tasso di disoccupazione la spia che lampeggia con maggiore intensita’: dal 2007 al 2013 l’indice medio nazionale e’ raddoppiato (dal 6,1 al 12,2%), destabilizzando anche aree che in passato potevano contare su indici inferiori alla media nazionale, come l’Emilia Romagna. Il rallentamento generale non ha salvato il Mezzogiorno dalle posizioni piu’ drammatiche: a Napoli, Crotone ed Enna il tasso dei senza lavoro si aggira sul 25%. In discesa pure i prezzi delle case, un trend dalla doppia interpretazione: se gli aspiranti compratori possono avvantaggiarsene, i proprietari vedono assottigliarsi il valore del loro investimento. Meno acquisti anche di beni durevoli, con una spesa calata mediamente del 18%, con picchi in zone del Nord Est (Belluno, Rovigo, Venezia). E immatricolazioni quasi dimezzate. Anche lo scontrino in farmacia si e’ ridimensionato. Quanto all’ambiente puo’ tirare un respiro di sollievo: la spending review familiare e i minori consumi hanno alleggerito il sacco dei rifiuti.

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