L’originale porcetto sardo “Doc” torna finalmente in tavola in tutto il territorio nazionale

 L’originale porcetto sardo “Doc” torna finalmente in tavola in tutto il territorio nazionale

L’originale porcetto sardo “Doc” torna finalmente in tavola in tutto il territorio nazionale dopo 4 anni di blocco totale che gli hanno impedito di varcare i confini della Sardegna. E’ quanto afferma la Coldiretti che ha messo in atto un vero pressing che aveva portato anche alla speciale deroga per consentirne il consumo nell’ambito dell’area di Expo, nel commentare positivamente la decisione del Ministero della Salute di aprire all’esportazione fuori dall’Isola del maialetto sardo proveniente da allevamenti certificati. Il successo dell’esperienza di Expo con l’apprezzamento generale e la grande richiesta dei visitatori insieme alle garanzie sanitarie offerte anche grazie all’impegno degli allevatori hanno portato – sottolinea la Coldiretti – al via libera su tutto il territorio nazionale del porcetto sardo termizzato. Era dall’11 novembre del 2011 che il maialetto sardo – ricorda la Coldiretti – non poteva varcava i confini dell’Isola, quando un decreto dell’Unione europea sospendeva le autorizzazioni all’esportazione di carni suine fresche e insaccate sarde, a causa delle recrudescenza della peste suina africana presente in Sardegna dal lontano 1978. Sei giorni dopo, il 17 novembre, un documento emanato dal Ministero della Salute, chiarì che tale limitazione “riguarda la macellazione di suini allevati in Sardegna e la lavorazione delle relative carni, nonchè la spedizione delle medesime e dei prodotti dalle stesse ottenuti, verso il restante territorio comunitario”. L’11 ottobre del 2014 veniva pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea, a firma del Commissario per la Salute e le politiche dei consumatori Tonio Borg, la proroga fino al 31 dicembre del 2018, del divieto di spedizione di suini vivi, sperma, ovuli, embrioni, preparati e sottoprodotti a base di carni suine dall’Isola. Il “porcheddu” o “porceddu”, spesso italianizzato con il termine “porcetto”, è un classico della cucina pastorale sarda e si ottiene dalla cottura lenta e allo spiedo su graticole di un maialino da latte di 4 o 5 chili di peso o di venti giorni, che – conclude la Coldiretti – viene aromatizzato con mirto o rosmarino dopo la cottura. Il via libera – conclude la Coldiretti – rappresenta un momento importante per iniziare un percorso che a breve consenta di poter dimostrare l’esistenza di tutte le condizioni sanitarie per consentire le esportazioni anche dei cosiddetti lungo stagionati per sostenere un settore determinante e creare nuovi posti di lavoro in Sardegna.

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