Mercogliano, Reati fiscali: eseguito sequestro preventivo a garanzia del credito tributario

 Mercogliano, Reati fiscali: eseguito sequestro preventivo a garanzia del credito tributario

I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Avellino hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per equivalente”, emesso dal G.I.P. del Tribunale irpino su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un soggetto B.R., residente in Mercogliano (AV), resosi responsabile del reato punito dall’articolo 4 del Decreto Legislativo n. 74 del 2000 (Dichiarazione infedele) nella sua qualità di rappresentante legale di una società, operante nel settore della fabbricazione di porte e finestre in legno. La misura ablatoria scaturisce da una pregressa attività di verifica fiscale svolta nei confronti della citata società che consentiva di accertare l’indicazione nella prevista dichiarazione annuale per le imposte sui redditi di elementi attivi (RICAVI) per un ammontare inferiore a quello realmente conseguiti, per un importo pari ad € 1.505.000, con una conseguente evasione d’imposta pari ad oltre € 667.000. Le successive indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Avellino su delega dell’Autorità Giudiziaria hanno consentito di accertare che il rappresentante legale era intestatario di numerosi conti correnti nonché titolare di beni immobili. La misura cautelare reale è stata eseguita dalle Fiamme Gialle mediante il sequestro: dei saldi giacenti sui rapporti di natura finanziaria; di un immobile ubicato nel comune di Pollica (SA), per un importo complessivo di €.667.590. La misura ablatoria in questione è stata resa possibile grazie all’applicazione della norma, introdotta con la legge finanziaria per il 2008 di recente modificata dal Decreto Legislativo 158/2015 (che ha revisionato in forza della Legge delega 23/2014, il sistema sanzionatorio penale-tributario) che estende anche ai reati tributari la c.d. “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto. Il servizio odierno si colloca nel solco delle direttive impartite dirette a combattere le manovre evasive, che si sostanziano in sistemi di frode strutturati, attraverso l’aggressione patrimoniale a garanzia della pretesa tributaria.

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