Novartis, Moretto (CISAL): “i lavoratori di Napoli Torre Annunziata pronti ad accettare la sfida”

 Novartis, Moretto (CISAL): “i lavoratori di Napoli Torre Annunziata pronti ad accettare la sfida”

Novartis, anche per avere le risorse per la ricerca, ha rinunciato ad acquisizioni mentre la rivale Pfizer si è appena fusa con Allergan. E’ il momento di puntare sugli occhi. E sul cuore. Lo dicono le mosse in cantiere per il 2016: spostare nella divisione Farma i prodotti oftalmici della controllata Alcon per investire con priorità. E lanciare in tutto il mondo, tra gli altri farmaci innovativi e i cruciali antitumorali. Entresto contro lo scompenso cardiaco di cui soffrono 15 milioni di europei sarà prodotto in Italia. Le misure sono state annunciate il 27 Gennaio dall’Amministratore Delegato Joe Jimenez a Basilea, dove Novartis ha presentato i dati finanziari 2015. Negativi. Hanno pesato la rivalutazione del franco svizzero, i risultati inferiori alle attese proprio di Alcon (mentre il Farma ha segnato un +6% a valuta costante nel quarto trimestre) e la cessione a Gsk (che le ha dato l’Oncologia), l’anno scorso, della divisione Vaccini a Siena. «Abbiamo lanciato 20 prodotti», ha detto Jimenez. Ma in vista c’è la concentrazione produttiva. Nel Paese Novartis è dimagrita dopo Siena: dipendenti dimezzati a 2.316 e ricavi giù del 20% nell’anno a 1,6 miliardi. «Ci siamo focalizzati sulle aree dove possiamo essere leader, confermiamo i nostri impegni sull’Italia», dice Guidi. Entresto è il segnale. Viene prodotto a Torre Annunziata, in uno dei due stabilimenti italiani del Gruppo (540 dipendenti, l’altro è a Rovereto). Già lanciato in Germania e Svizzera, andrà entro l’anno in 110 Paesi (tranne gli Usa): 35 milioni di confezioni entro il 2020 per 25 milioni di pazienti. E’ di 40 milioni di euro l’investimento previsto sull’impianto nel 2015-2017. «Dovremo dimostrare che oltre a dare beneficio al paziente, riduce i costi di ospedalizzazione», nota David Epstein, capo mondiale del Farma. Un problema, quello del taglio della spesa sanitaria dei Governi, comune a tutta l’Europa.

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