Pamela Villoresi, al Ravello Festival in “Memorie di una schiava” piece tra musica e teatro

 Pamela Villoresi, al Ravello Festival in “Memorie di una schiava” piece tra musica e teatro

Il Ravello Festival propone al suo pubblico un nuovo appuntamento a metà strada tra musica e teatro. Al centro della scena, venerdì (29 agosto ore 21.25), l’istrionico talento di Pamela Villoresi, protagonista dello spettacolo Memorie di una Schiava, piece liberamente tratta dal libro “Spedizione al Baobab” della scrittrice sudafricana bianca, Wilma Stockenstrom. Le memorie di una schiava, il suo desiderio di opporre resistenza alla vita, sono il punto di partenza di un poetico monologo, dove l’io narrante induce a riflettere sulla schiavitù contemporanea che, con nuove forme di costrizione, continua a negare la libertà e la dignità umana. Le parole poetiche della Stockenstrom e la storia della schiava sudafricana incontra le storie e i volti delle ragazze nigeriane, senegalesi, ghanesi, albanesi, di oggi. Per fare questo, la trasposizione teatrale si muove su più piani narrativi, dove parole ed immagini si mescolano alle musiche eseguite dal vivo da Baba Sissoko, straordinario polistrumentista del Mali. Il percorso registico di Gigi Di Luca continua anche per questa piece, sui binari del rapporto tra musica etnica e parola. Linguaggi essenziali per un recupero d’identità collettiva, per una narrazione fatta di codici della tradizione popolare in frammentazioni contemporanee. “Allieva” di Giorgio Strehler, vincitrice di numerosissimi premi, protagonista di quasi cento spettacoli teatrali, dodici produzioni televisive, 11 film, tra cui la “Grande Bellezza”, Pamela Villoresi, ha lavorato con colleghi come Tino Carraro, Nino Manfredi, Omero Antonutti, Vittorio Gassman, Moni Ovadia, Bruno Ganz, Massimo Wertmuller, David Sebasti, Elena Zareschi, Elisabetta Pozzi, Piera Degli Esposti, Laura Betti, Didi Perego, etc, ed è stata diretta da grandi registi come Bellocchio, i fratelli Taviani, Mario Ferrero, Ettore Scola, Giancarlo Cobelli, Maurizio Panici e Mario Missiroli.

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