Prato, 20 indagati per favoreggiamento all’immigrazione clandestina

 Prato, 20 indagati per favoreggiamento all’immigrazione clandestina

20 indagati per favoreggiamento all’immigrazione clandestina, tra questi 3 noti professionisti pratesi Il Nucleo di Polizia Tributaria di Prato , impiegando oltre 200 finanzieri provenienti da vari Comandi Toscani, ha dato esecuzione, in 5 diverse Regioni (Toscana, Campania, Veneto, Piemonte, Umbria), ad oltre 50 decreti di perquisizione emessi dalla locale Procura della Repubblica nei confronti di 20 indagati , dei quali: 3 pratesi, noti professionisti contabili , e 17 cinesi , titolari di aziende tessili. Le indagini hanno fatto luce su di un consolidato sistema criminale, finalizzato al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina all’interno del distretto economico pratese e, di riflesso, ad una pressoché completa evasione della normativa contributiva e fiscale. E’ stato accertato che gli indagati consumavano una molteplicità di illeciti orientati a favorire, da un lato l’ ingresso e la conseguente permanenza illegale sul territorio dello Stato e, dall’altro, la commissione di innumerevoli , e molto consistenti, irregolarità di carattere previdenziale , antinfortunistico e tributario da parte di soggetti provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese. Secondo quanto emerso dalle indagini erano proprio i professionisti italiani, N.G. di anni 72 ,commercialista, V.M. di anni 42 ,consulente del lavoro, L.V. di anni 38 ,anch’egli consulente del lavoro , titolari di due conosciuti studi commerciali cittadini , all’interno dei quali – tra l’altro – prestavano la loro opera anche alcuni dipendenti cinesi utilizzati per facilitare i rapporti con i connazionali , a suggerire gli espedienti contabili per aggirare le normative di settore. Tra i principali stratagemmi riscontrati dagli investigatori vi erano: la produzione di centinaia di false buste paga che potevano essere usate al fine di ottenere ,ovvero rinnovare, il permesso di soggiorno, per il quale requisito indispensabile è la dimostrazione del sostentamento economico del richiedente nonchè la formale intestazione delle attività commerciali a soggetti cinesi, alcune volte inconsapevoli, altre volte consapevoli e quindi retribuiti, ma comunque tutti assolutamente irrintracciabili, i quali , proprio per questo, in nessun caso avrebbero potuto farsi carico delle varie irregolarità commesse nell’esercizio dell’attività d’impresa. I reati, a vario titolo e modo, contestati dalla Procura agli indagati vanno dalle false dichiarazioni sull’identità o qualità personali; alle violazioni sulle disposizioni relative all’immigrazione; al favoreggiamento personale, per aver incentivato l’anonimato dei cinesi coinvolti ;al mendacio bancario , per aver predisposto falsa documentazione utile ad ottenere linee di credito che assolvevano al requisito della consistenza economica idonea al permesso di soggiorno ; al furto , in relazione ad alcuni episodi collegati alla sottrazione di macchinari sequestrati.

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