Presentato XII Rapporto Qualivita Ismea: La Mozzarella di Bufala Campana DOP nella TopTen

 Presentato XII Rapporto Qualivita Ismea: La Mozzarella di Bufala Campana DOP nella TopTen

Mozzarella_di_Bufala_Campana_DOP_(from_Aversa)3La nuova classifica Qualivita 2014 La Mozzarella di Bufala Campana DOP nella TopTen XII RAPPORTO SULLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI ITALIANE DOP IGP STG Lieve flessione del fatturato DOP IGP. Cresce l’export che si conferma fattore di traino Le prime dieci DOP IGP concentrano l’81% del giro d’affari.
Un volume prodotto pari a 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro con un aumento del 5%; un fatturato alla produzione di 6,6 miliardi di euro e al consumo di circa di 13 miliardi di euro (anno produzione 2013). L’Italia rimane leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, di cui 161 DOP, 106 IGP, 2 STG (dati 30.11.2014). Un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 48 Organismi di Certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controlli analitici (campione di 150 prodotti). Dal 1° Gennaio al 30 Novembre 2014 sono state iscritte nel registro dei prodotti a marchio DOP, IGP e STG 53 nuove denominazioni, di cui 52 europee e 1 extraeuropea; da segnalare che è stata cancellata un’intera categoria, quelle delle acque minerali, con ben 23 prodotti a marchio DOP. Il numero totale di denominazioni al 30 Novembre 2014 è di 1249, suddivise in 583 DOP (46,7% sulle denominazioni totali), 617 IGP (49,4% delle denominazioni) e 49 STG (che continuano ad avere un ruolo marginale con il 3,9%). Rispetto allo scorso anno il numero delle denominazioni registrate è stato inferiore, a crescere di più sono le IGP con 28 unità seguite dalle DOP con 19 unità e dalle STG con 6 unità. Per quanto riguarda i comparti, gli ortofrutticoli e cereali si confermano a livello europeo la prima categoria per numero di prodotti con il 27,3% del totale (341 prodotti), seguito a forte distanza dai formaggi con il 17,8% (223 prodotti), dai prodotti a base di carne con 12,4% (155 prodotti), dalle carni fresche 11,8% (147 prodotti) e dagli oli e grassi con 10% (125 prodotti). L’Italia si conferma leader per il numero complessivo di registrazioni, con 269 prodotti; seguono la Francia con 219, la Spagna con 180, il Portogallo con 125, la Grecia con 101. Per quanto riguarda la Germania, il numero totale delle sue denominazioni scende notevolmente a causa della cancellazione della categoria delle acque minerali. Si conferma anche nel 2014 il ruolo attivo dei Paesi dell’Europa dell’Est, che continuano ad aumentare il numero di prodotti registrati. Nel 2014 l’Italia ha registrato 8 nuovi prodotti, di cui 3 DOP e 5 IGP: Patata dell’Alto Viterbese IGP, Strachitunt DOP, Miele Varesino DOP, Torrone di Bagnara IGP, Pescabivona IGP, Piadina Romagnola IGP, Salama da Sugo IGP, Pecorino Crotonese DOP. Nel corso dell’anno è stata registrata la Piadina Romagnola IGP, un prodotto street food, artigianale, basato sull’unicità del metodo di produzione e delle materie prime. Il settore dello street food si sta dimostrando molto attento a mantenere la tradizione attraverso una proposta innovativa, e come dimostrano i numeri di settore, è ormai diventato un canale distributivo efficace e strategico per le produzioni territoriali italiane. Nell’insieme si tratta di registrazioni molto interessanti, ben strutturate già nella fase di protezione transitoria, che arricchiscono il comparto con filiere che portano sostanza e completano il già interessante panorama nazionale della qualità certificata Nel 2013 la produzione certificata nel suo complesso – pari a 1,27 milioni di tonnellate – è diminuita del 2,7%. Questa flessione è stata determinata però principalmente dal calo produttivo degli ortofrutticoli e cereali (-7%), mentre i formaggi e i prodotti a base di carne hanno registrato una sostanziale stabilità, mostrando di fatto un consolidamento del livello della loro produzione. In lieve flessione (-0,9%) il certificato degli aceti balsamici, mentre risulta in controtendenza il dato delle carni fresche (+14,4%) che è in aumento ormai da un triennio. Sale anche la produzione certificata degli oli extravergini di oliva (+2,1%) dopo il calo del 2012. Passando ad analizzare i valori di mercato, si osserva un giro di affari potenziale di 13 miliardi di euro di fatturato al consumo – di cui 9 registrati sul mercato nazionale – e di 6,6 miliardi di euro di fatturato alla produzione – di cui 2,4 miliardi sono il fatturato all’export alla dogana (+ 5%). Osservando il fatturato alla produzione generato dai singoli prodotti, si continua a rilevare una forte concentrazione dei valori su poche denominazioni. Nel 2013 le prime dieci DOP IGP assommano infatti all’81% del fatturato. Inoltre si registra per questo valore un calo dell’1,7%, generatosi a causa esclusivamente della flessione del mercato interno -5,2%) che sconta ancora le conseguenze della crisi dei consumi. Per lo stesso motivo, il fatturato al consumo sul mercato nazionale registra una flessione del 3,8%. Continua ad essere sempre asimmetrico il peso sul totale in termini di numero di denominazioni e di fatturato per alcuni comparti (come gli ortofrutticoli e gli oli di oliva). Tale asimmetria deriva dal fatto che, nonostante il grande numero di riconoscimenti, soltanto poche denominazioni sviluppano apprezzabili valori di mercato, mentre la gran parte dei prodotti realizzano fatturati estremamente limitati Rappresentano il principale comparto delle DOP e IGP, con un’incidenza nel 2013 tra il 54 e il 58 % circa, rispettivamente sul fatturato al consumo nazionale e sul fatturato alla produzione, comprensivo dell’export. Come accennato, la produzione certificata di formaggi a denominazione di origine ha registrato una sostanziale stabilità, attestandosi a circa 472mila tonnellate, dovuta al compensarsi di fenomeni espansivi delle quantità certificate, come nel caso del Parmigiano Reggiano DOP (+3,3%) e del Gorgonzola DOP (+4%), e flessivi, come è avvenuto per il Pecorino Romano DOP (-4,4%) e in misura minore per il Grana Padano DOP (-0,7%). Risulta invece sostanzialmente in linea con la media la produzione di Mozzarella di Bufala Campana DOP. Il segno meno accomuna ancora il Provolone Valpadana DOP (-18,7%), il Montasio DOP (-11,7%), e l’Asiago DOP (-6,6%), mentre il Quartirolo Lombardo DOP e il Taleggio DOP segnano incrementi dal 4 al 6 per cento circa. Il comparto dei formaggi DOP e IGP ha sviluppato complessivamente nel 2013 un fatturato alla produzione di 3,8 miliardi, 2,5 sul mercato nazionale e 1,3 sui mercati esteri, e di 4,8 al consumo sul mercato nazionale; entrambi i dati in flessione, rispettivamente del 2,6% e del 3,7%. Il comparto continua a essere molto concentrato: i primi due prodotti, Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano DOP, rappresentano il 71% del valore totale alla produzione, i primi cinque quasi il 90% e i primi dieci circa il 97%.

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