Sette Opere di Misericordia: lo sguardo di Caravaggio sui nostri peccati

 Sette Opere di Misericordia: lo sguardo di Caravaggio sui nostri peccati

Nell’acceso e vivace dibattito sull’opportunità di spostare a Roma, su richiesta – poi ritirata – del Quirinale, le “Sette Opere di Misericordia” di Caravaggio, custodite da oltre 5 secoli nel Pio Monte, Margherita Quercia, docente del corso di Teoria e tecnica della fotografia digitale all’Accademia di Belle Arti di Napoli, e Francesco Bellofatto, giornalista e docente all’Università Suor Orsola Benincasa, propongono l’idea della riproduzione, in scala reale e ad altissima tecnologia, dell’Opera di Michelangelo Merisi, con pannelli focalizzati sulle singole Opere di Misericordia che compongono il quadro.
“L’idea – spiega Margherita Quercia, che mette a disposizione del progetto l’archivio personale “Copyright per la Didattica” – nasce dal successo dell’iniziativa delle Mostre Impossibili, realizzate con la Rai a Castel Sant’Elmo. Nell’epoca della riproduzione digitale vogliamo abbinare, partendo simbolicamente dalle Sette Opere di Caravaggio, una fruizione multisensoriale tale da proiettare chi la vede in una dimensione metastorica e umana”.
In tal senso, l’idea trae spunto anche dalla sperimentazione in atto all’Accademia, con tesi di ricerca innovative sulla risoluzione spaziale e la realtà aumentata, nell’utilizzo dell’immagine pittorica e fotografica nei new media, attraverso materiali innovativi.
“Lo scopo del progetto – aggiunge Francesco Bellofatto – è quello di far riflettere il fruitore, attirando la sua attenzione a livello multisensoriale, sulla progressiva perdita dei nostri valori principali: ritengo attualissimo il racconto pittorico di Caravaggio, anzi, come l’amara realtà di oggi sembra indicarci, pietas e misericordia sembra che abbiano fatto passi indietro. Inoltre, la rappresentazione ripresa dalla verità nuda di Forcella o di Pizzofalcone, come scriveva negli anni ’50 Roberto Longhi, a cui si deve la valorizzazione internazionale di Caravaggio, oggi più che mai diventa palcoscenico universale”.
“L’idea – conclude Margherita Quercia – intende, forse proprio a partire da Roma, rilanciare e veicolare il turismo culturale anche verso Napoli, facendo sì che nell’Anno della Misericordia, indetto da Papa Francesco, il Cammino verso il Pio Monte, nel cuore del Centro Antico, divenga un ulteriore segno sulla Via Francigena e per la Pace. Un segno già presente nel quadro di Caravaggio, come indica la conchiglia sul cappello del pellegrino, simbolo del Camino di Santiago de Compostela”.

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