Concessioni Balneari: stop alle deroghe, “le spiagge vanno messe a gara”

 Concessioni Balneari: stop alle deroghe, “le spiagge vanno messe a gara”

Le concessioni balneari vanno messe a gara perché le spiagge sono poche. Ed eventuali proroghe vanno
disapplicate.Astabilirlo è il Consiglio di Stato che conferma così la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge al 31 dicembre dello scorso anno. In questomodo,le amministrazioni saranno obbligate a disapplicare eventuali deroghe al 31 dicembre del 2024. La sentenza si richiama «ai principi della Corte di Giustizia Ue» per dare «immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale». La sentenza, pubblicata ieri ma adottata il 12 marzo, verte intorno alla tesi che la “risorsa” spiaggia non sia scarsa, come invece era stato sostenuto dal governo nella mappatura inviata a Bruxelles qualche mese fa al fine di giustificare la
mancata applicazione della direttiva Bolkenstein che impone di mettere a
gara le concessioni. «Abbiamo fatto la mappatura, abbiamo dimostrato
che in questa mappatura non c’è scarsità di risorse e una interlocuzione
con la Commissione europea per
far capire le nostre specificità. Noi abbiamo
8.000 km di costa dove abbiamo
30.000 famiglie che fanno i balneari
e li dobbiamo tutelare» ha dichiarato
la settimana scorsa il ministro
del Turismo, Daniela Santanchè.
Intanto le associazioni di settore sono
sul piede di guerra. «La scellerata
sentenza del Consiglio di Stato che
obbliga i comuni a indire gare per
riassegnare le concessioni balneari
subito, in disaccordoconquanto definito
nel “Milleproroghe”, avrà effetti
devastanti sull’occupazione mettendo
a rischio l’intero settore che arriva
ad occupare fino a 300 mila lavoratori
per la stagione» ha attaccato Fabrizio
Licordari, presidente di Assobalneari.
«La mappatura delle coste,
svolta nei mesi scorsi» hanno dichiarato
fonti di Fdi all’Ansa, «è frutto di
un lavoro serio. I risultati di tale lavoro
sono oggetto dell’interlocuzione
in corso tra il governo e la Commissione,
volto a superare la procedura di
infrazione e a definire una norma di
riordino dell’intero settore».

Mario Orlando

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